L’NBA è una Lega per piccoli

Come recitava un noto giornalista italiano non molto tempo fa, questa non è più l’NBA dei vostri padri.

Non lo è più perché, come ogni cosa, la NBA si è evoluta fino a diventare quella che è oggi, ovvero la Lega del più grande sport-business del pianeta. Non lo è più perché la cortina di ferro che separava la NBA dal basket di marca non americana è andata pian piano disfacendosi, aprendo le proprie porte allo sbarco di una quantità immane di giocatori provenienti da ogni angolo del mondo. Non lo è più perché è anche la stessa pallacanestro ad essere andata avanti col tempo, sviluppando nuovi approcci ai suoi fondamentali e alle sue fasi del gioco. Insomma, numerosi sono i motivi che pongono una certa distanza tra quello che i nostri genitori vedevano trasmesso su Telecapodistria e quella che è l’NBA di oggi.

E sono motivi di varia natura, anche tecnico-tattica. Ed è proprio su uno di questi aspetti rivoluzionari del gioco d’oltreoceano che vogliamo soffermarci in questa sede. Ovvero quello che in gergo chiamano la “small-ball tendency”, l’inclinazione sempre più marcata da parte dei coaching staff delle varie franchigie a giocare con quintetti più “piccoli” che permettono maggiori spaziature, velocità in campo aperto e un gioco meno imperniato sul post-basso, in favore di versatilità e atletismo sul perimetro.

E’ proprio in questo tipo di scenario che si inserisce la nostra discussione su quali siano i backcourt NBA più efficienti del momento. La giusta “combo” di playmaker-guardia tiratrice può ormai segnare profondamente, in senso positivo o negativo, le sorti di una franchigia. Per questo vogliamo andare a scovare, fase di gioco per fase di gioco, quali siano le migliori accoppiate di piccoli di oggi.

IL MIGLIOR BACKCOURT DI TIRATORI – Su questo, in pochi dovrebbero avere dubbi. L’accoppiata Stephen Curry-Klay Thompson ha pochi eguali non solo nella NBA di oggi, ma nella storia del basket in generale. Gli “Splash Brothers” sono quello che anche un veterano come Mark Jackson (loro allenatore nelle ultime stagioni) ha tenuto a definire “the greatest shooting backcourt in the history of the game”.
Giusto qualche numero per capirci: il play ex-Wildcats ha dominato la NBA per triple segnate nelle ultime due stagioni (272 due stagioni fa, 261 l’anno passato, tirando con il 43% in carriera), Thompson gli è stato a ruota l’anno passato (223 triple, secondo nella NBA) e si è piazzato “solo” terzo due stagioni fa (211).
I due hanno appena rinnovato il contratto con i Warriors ed anche quest’anno si stanno affermando come il miglior tandem di piccoli in assoluto della NBA.

IL MIGLIOR BACKCOURT DIFENSIVO – Difensivamente, solo due nomi mi vengono in mente se devo pensare ad un accoppiata che abbia un impatto importante anche in questa fase del gioco, e sono Derrick Rose e Jimmy Butler. Le due guardie titolari dei Bulls sono, anche perché inserite in un sistema come quello di Thibodeau, a mio modo di vedere l’unico backcourt in grado di dare un qualcosa in più nella propria metà campo a livello di NBA. Butler si è affermato come una delle SG più forti in difesa, spesso accoppiato al miglior giocatore avversario. Rose, se capace di riavvicinarsi ai suoi standard pre-infortunio, ha tutti i mezzi per diventare una doppia arma letale sia in attacco che nella metà campo difensiva.
Nell’attuale panorama di “offensive, explosive guards”, i due Bulls rappresentano un surplus non indifferente per la propria squadra.

IL BACKCOURT PIU’ TALENTUOSO – Qui cominciano le prime difficoltà. Demar DeRozan-Kyle Lowry è una coppia in ascesa, sicuramente underrated, ma a mio avviso ancora abbastanza lontana dalle testa di questa particolare categoria. Kyrie Irving-Dion Waiters, nonostante formino uno dei tandem offensivamente più devastanti, ancora non mi convincono del tutto. Per questo vado con l’accoppiata John Wall-Bradley Beal, forse uno dei backcourt meglio assemblati della NBA in tempi recenti. 45 anni complessivi (24 il primo, 21 il secondo), Wall è emerso e si è imposto l’anno passato come uno dei playmaker migliori della Lega, raggiungendo un grado di maturità e di consapevolezza da All Star assoluto. D’altra parte, Beal non si è ancora espresso ai livelli da star che servono al suo “compare” per poter ambire a traguardi di squadra davvero importanti, ma si è sicuramente affermato come un top-5 nel suo ruolo, il perfetto complemento perimetrale al gioco esplosivo del numero 2 dei Wizards. La giovane età e il futuro più che roseo, li rendono in prospettiva il tandem più forte della NBA.

IL BACKOURT PIU’ SOTTOVALUTATO – Come già detto in precedenza, il duo dei Raptors formato da Lowry e DeRozan è sicuramente uno dei più underrated  della Lega, al pari secondo me di quello dei Portland Trail Blazers, formato da Damian Lillard e Wes Matthews. Da una parte abbiamo l’accoppiata di Toronto, 40.6 punti a serata la stagione, tutt’ora devastante in questo inizio di stagione; potranno non avere ancora ampi margini di miglioramento, ma dalla loro hanno sicuramente numeri da élite NBA . Dall’altra parte il tandem della Rip City, molto ben assortito (Lillard è una “bestia” offensiva, Matthews un ottimo rimbalzista, difensore, con importanti percentuali dall’arco: 39.3% lo scorso anno) e produttivo in attacco, ma sottovalutato più per lo status di role player di Matthews che per altro.

IL BACKCOURT PIU’ DIVERTENTE – Se penso ad un basket divertente, penso a quello giocato dai Suns tra l’anno passato e quest’anno. Se penso ai Suns, devo per forza di cose pensare al trio Dragic-Bledsoe-Thomas, a mio avviso il backcourt più dinamico e irriverente dell’intera Lega.
Nonostante le prime difficoltà riscontrate in questo avvio di stagione, giustificate dal fatto che tutti e tre sono obbligati a smussare alcuni angoli del proprio gioco per poter permettere la convivenza reciproca (leggasi “avere meno la palla in mano, muoversi di più senza palla”), il backcourt di Phoenix ha secondo me tutte le carte in regola per diventare nel giro di qualche mese, un’arma dal potenziale offensivo incalcolabile. Se non ancora quest’anno, sicuramente l’anno prossimo potranno competere per uno spot nei Playoff, nonostante la Western Conference continui ad essere durissima.

 

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