Smith, Shumpert, Mozgov e le nuove certezze difensive dei Cavs

Gennaio è stato il mese delle strisce di vittorie. In primis quella di Atlanta, fermata soltanto da un Anthony Davis immarcabile qualche notte fa, arrivata a 19 successi consecutivi. In secundis quella di Cleveland, iniziata tra il 15 e il 16 gennaio nel back-to-back losangelino e giunta a quota  11 vittorie nel mentre vi scriviamo.
Se da una parte il trend positivo degli Hawks ha colto di sorpresa molti se non tutti gli addetti ai lavori, dall’altra quello dei Cavaliers ha suscitato altrettanto clamore per le tempistiche con cui si sta realizzando. La squadra di David Blatt infatti, prima di scendere in campo allo Staples Center contro i Los Angeles Lakers, veniva da una fase negativa di 9 sconfitte su 10 uscite (di cui 6 accumulate consecutivamente in assenza di LeBron James) che le aveva fatto toccare un punto tanto basso quanto non preventivabile ad inizio stagione. Di lì, tra scelte di mercato piuttosto obbligate e il ritorno di un James “riposato” sul parquet, i Cavs si sono messi alle spalle critiche, illazioni sulla tenuta dell’allenatore e un po’ di ruggine nei meccanismi di gioco, arrivando a dar luogo a quella che ad oggi è la striscia aperta di vittorie più lunga dell’ intera NBA.


Via Dion Waiters, girato ad OKC nell’ambito di una trade che ha portato Iman Shumpert e JR Smith da New York in Ohio. Preso anche Timofey Mozgov, scambiato con un paio di future scelte al Draft.


Come questo sia potuto succedere? Abbiamo parlato delle mosse operate sul mercato da David Griffin, uno dei GM più lungimiranti della Lega, per arrivare a puntellare una squadra apparsa a più riprese, soprattutto verso la fine del 2014, una vera e propria accozzaglia di buoni/ottimi giocatori piuttosto che una corazzata lanciata verso il titolo NBA. Via Dion Waiters, capro espiatorio di molti mali, girato ad OKC nell’ambito di una trade che ha portato Iman Shumpert e JR Smith da New York in Ohio. Preso anche Timofey Mozgov, scambiato con un paio di future scelte al Draft e chiamato a sostituire il lungodegente Anderson Varejao nel pitturato, fino a qualche tempo fa una “terra di nessuno” nei gameplan di Cleveland.
Proprio l’aggiunta a roster di questi giocatori ha dato luogo ad un cambio di rotta improvviso nel sistema di gioco dei Cavs, a partire ovviamente da quello che era il vero tallone d’achille della squadra, ovverosia la fase difensiva. Se l’innesto di Mozgov e Shumpert aveva proprio come finalità quella di regalare a Blatt un paio di opzioni aggiuntive per quanto riguardasse la difesa del ferro e la pressione sulle guardie avversarie più dinamiche – Mike Miller e James Jones sono ottimi backup offensivi ma con chiari limiti difensivi – l’impatto positivo avuto da Smith nella propria metà campo ha quantomeno dell’inaspettato. L’ex Knicks infatti non è mai stato famoso per le sue doti di difensore, ma la concentrazione dimostrata finora in entrambe le fasi di gioco è decisamente superiore ad ogni più rosea aspettativa: volendo andare a cercare qualche numero per certificare quanto detto, secondo 82games.com, Smith tiene i “2” avversari ad un PER di 13.1 e i “3” addirittura a 11.8, con un impatto importante anche nel complesso di tutto il sistema difensivo di squadra (Cleveland concede 2.1 punti in meno ogni 100 possessi quando JR è in campo).
Stesso discorso può essere fatto per quanto riguarda Iman Shumpert, ancora non in perfetta forma – viene da un fastidioso infortunio alla spalla – ma che ha già dimostrato di poter portare minuti e qualità importanti alla causa difensiva dei Cavaliers. I punti concessi agli avversari ogni 100 possessi sono 8.3 di meno rispetto alla media, dato che se riportato al contesto di squadra, parla di 97.4 punti ogni 100 azioni avversarie, ponendo la difesa di Cleveland al pari di quella dei Golden State Warriors, primi nella NBA. In più, Shumpert costringe individualmente i propri diretti avversari a tirare con percentuali decisamente più basse rispetto alle medie stagionali – 18.3% in meno da oltre 5 metri (vale a dire che la percentuale al tiro non supera il 18%).
Tutto questo ovviamente non sarebbe stato possibile senza l’acquisizione di un rim protector come Timofey Mozgov. Il nativo di San Pietroburgo infatti, ha permesso a David Blatt di operare alcuni aggiustamenti importanti nel sistema difensivo di squadra, cominciando anzitutto dalla difesa sui pick-and-roll perimetrali: Mozgov è a mani basse il miglior stoppatore di Cleveland, tenendo una media di 1.6 stoppate a gara, quasi il doppio di Tristan Thompson (0.9), secondo nella classifica di squadra. Questo significa che nelle situazioni di blocco sulle guardie, i vari Smith, Shumpert, Irving o chi per loro hanno la possibilità di invitare alla penetrazione il diretto avversario, forti della presenza intimidatoria del compagno nel pitturato. Mozgov si allontana dal bloccante, il difensore del portatore di palla ostruisce la via che porta al blocco mettendosi con le spalle parallele alla linea laterale del campo, accompagnando l’attaccante verso il gigante russo. Questo si traduce in un miglioramento complessivo dei meccanismi difensivi dei Cavs, come testimoniato dal 56.2% con cui gli avversari tirano nel pitturato da quando Mozgov è arrivato in città (11esimo dato della NBA, nelle 39 gare precedenti Cleveland concedeva oltre il 62%, che valeva il penultimo posto nella speciale classifica dedicata).


L’attuale record di 30-20 vale il quinto posto ad Est, il che significa non avere il vantaggio del fattore campo. Ma quale squadra vorrebbe comunque trovarsi di fronte Cleveland in una serie alle quattro vittorie?


Lo scenario sin qui illustrato parla dunque di nuove certezze difensive per LeBron e compagni che potrebbero aver portato alla quadratura del cerchio. Il peggio sembra ormai passato, la bufera che aleggiava attorno a David Blatt pare aver fatto il suo corso e accanto all’incredibile potenziale offensivo di cui dispongono questi Cavaliers dà l’impressione di aver finalmente fatto la sua apparizione una ritrovata convinzione anche nella fase difensiva. L’attuale record di 30-20 vale il quinto posto ad Est, il che significa non avere il vantaggio del fattore campo. Ma quale squadra vorrebbe comunque trovarsi di fronte Cleveland in una serie alle quattro vittorie?

 

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